The Wire - August 2008 review by Jon Dale
A musical event based on a cycle of 360 days and on the successive addition ofthatnumber to a basic 1968 Hz, yielding a clock face and a
network of vectors and processes which allows the music to evolve across the span of a year. Zaffiri insists that the music thus generated is not intended to insist, does not command attention or distract. It is the antithesis of concert hall music, where absolute attention is called for and where any single element of the performance is meaningless without the others. Here the oniy meaningful elements are those which the listener happens to register at a given moment and the meaning is only supplied by the ambients and by the context. This is both stern and sentimental music making, effortlessly 'democratic' in its avantgardism. The mathematics is basic enough to be understandable. The sounds are mostly pretty. The permission to put it on and walk away is accepted gratefully, as is the notion that here is music in a form perfectiy suited to the butterfly farm of contemporary culture. I now have the disc on repeat in a little visited room. It makes its presence felt now and again, offers occasional micro-epiphanies as you pass by, adds a strange aural lustre to wakefulness at 4am. Perhaps this is how it is meant to be experienced. Ask me this time next year.
Enore Zaffiri is 80 this year and thè piece and his electronic course at theTurin Conservatory are both halft hat age. Zaffiri's work atthe Studio di Informazione Estetica continues to be influential. Musica Per Un Anno was conceived shortly before he began to experiment with synthesizers and began working towards the total-theatre and Intavolature scores that make him, on similar turf, a bolder and more effect exponent of text and pure sound than Luciano Berio. A period piece, to be sure, but a genuinely significant one.
BlowUP - July 2008 review by S.I. Bianchi
DNon meno importante di quello di Grossi è stato il lavoro svolto da Enore Zaffiri, fondatore dello Studio di Musica Elettronica di Torino nel '64 e indefesso osservatore e sperimentatore dei fenomeni di durata ed estensione del suono, da lui osservato e s/composto attraverso l'analisi matematica e geometrica e quindi naturaliter sfociato, sindai primi anni '60, in una fervida ricerca elettronica allargata nel tempo anche ad aspetti letterari e visuali (la creazione dello SMET, "Studio di informazione estetica", col pittore Sandro De Alexandris e il poeta Arrigo Lora Totino] "Musica per un anno", composto e registrato nel '68 ed edito per la prima volta nel '70, è uno dei capolavori elettronici del compositore torinese nonché tra i primi esempi di musica immaginata come 'ambientale', una sorta di colonna sonora destinata a confondersi con aria, luce e architettura fino a divenire tutt'una con esse, un'idea che rispondeva perfettamente a quella spinta verso una nuova forma d'arte ecumenica e universale tipica di un'epoca in cui l'arte totale (e totalizzante) era la chimera di qualunque ricercatore. La composizione, della durata esatta d'un'ora, è strutturata in maniera che i suoni si susseguano legandosi l'uno all'altro ma allo stesso tempo restando indipendenti, piccole e flebili onde e frequenze come cluster di tempo-spazio che si compiono in un attimo o in eterno riproducendosi ipoteticamente - come nelle intenzioni del compositore - per un intero anno: "Musica ele'tronica per la sonorizzazione di ambienti [...] È una presenza. È una musica che non deve imporsi, non deve "frastornare o distrarre, non deve costringere il fruitore all'immobilità. È una musica che risponde alle necessità dell'uomo contemporaneo, che nella visita a un'esposizione o a un museo assorbe esperienze multiple in un discara attivo ed adeguato alle esigenze culturali del nostro tempo."Che da qui parta la (ovviamente positiva) volgarizzazione 'ambient' di Brian Eno è solo un sospetto. Naturalmente (9) a entrambi i CD. Stefano I. Bianchi
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